venerdì 2 marzo 2012

Mea culpa


Mammamia come corre il tempo!! mi sfugge dalle mani senza che me ne accorga, tutto il giorno di corsa tra lavoro, figli, impegni dei figli, casa... Ma, nonostante questo blog versi in uno stato di abbandono totale, qualche mia lettrice affezionata e precisamente bigpotato si ricorda di me regalandomi un premio.



Perciò, cerco di riprendermi. Questo premio/gioco prevede di descrivere se stessi in 10 punti. Sinceramente, non so proprio cosa aggiungere dopo quello che ho scritto qui, qui e qui. Comunque ci provo:


Questo lo scrivevo il 3 maggio dell'anno scorso e così è rimasto per tutti questi mesi, abbandonato tra i tanti post in bozza.
Ma ora lo rispolvero per dargli giusta dignità e per ringraziare Veronica, Lucia, Ele e Daniela che  mi hanno citato per questo premio che riconosce la versatilità del blog.

Devo essere sincera, stavolta sono in ritardo nella pubblicazione di questo post perchè non so più cosa dire di me. Mi viene difficile parlare di me ed elencare in modo cosi freddo 10 cose che mi riguardano. Ciò che io percepisco di me non corrisponde mai a ciò che viene percepito dagli altri. Questa discrepanza tra le percezioni mi frena molto. Io mi considero ordinata ed invece mio marito mi considera disordinatissima. Il mio disordine è dato da una parte dalla mia "creatività" al lavoro e dall'altro da uno spirito di sopravvivenza ai giochi dei bambini. Se dovessi ogni volta riprenderli o mettermi a riordinare continuamente non ne uscirei viva!! certo la casa non è più come prima di avere i bambini: diciamo che mi sono adattata per sopravvivere.
Ancora: non mi sono mai considerata fredda, indifferente e rigida, ma queste mie considerazioni stanno vacillando da qualche mese perchè le percezioni altrui sono diverse.
E perciò raccontare di me sarebbe il risultato di un lavoro schizofrenico che non mi sento di affrontare.

Ultimamente, mi è capitato tra le mani un libro intitolato "La sindrome degli antenati"




In questo libro, Anne Ancelin Schützenberger, terapista e analista con oltre quarant’anni di esperienza, spiega e fornisce esempi clinici del suo originale approccio psicogenealogico alla psicoterapia. Siamo semplici anelli in una catena di generazioni, e spesso non abbiamo scelta e diventiamo vittime di eventi e traumi già vissuti dai nostri antenati. Il libro contiene interessanti casi-studio ed esempi di “genosociogrammi” che illustrano come i pazienti abbiano acquisito paure all’apparenza irrazionali, difficoltà psicologiche o persino fisiche scoprendo e cercando di comprendere i parallelismi tra la propria vita e quella dei propri avi.

Praticamente il passato, il passato sempre vivente interagisce con il presente.
E mentre leggiucchiavo riflettevo sul ruolo che abbiamo noi scrapper che, attraverso le foto e i journaling trasmettiamo dei ricordi, omettendone altri, volutamente o no, consapevolmente o meno. Nei nostri lavori riportiamo solo ricordi di momenti ed eventi felici.

Ma la nostra vita non è fatta solo di momenti ed eventi felici. E' anche vero che non si fotografano quelli tristi e difficili, non si fermano i ricordi che raccontano la tristezza. E spesso non si raccontano neanche verbalmente e le lettere scritte sono ormai in disuso. E così nasce il detto non-detto. Quello che non si dice, ma si conosce perchè il corpo a suo modo lo esprime e lo dice.
Quello che, riportando le parole di Francoise Dolto "in famiglia i cani e i bambini sanno sempre tutto e soprattutto ciò che non viene detto"

Queste omissioni hanno qualche ricaduta nella vita delle persone che verranno? Con lo scrap è possibile tappare i buchi di queste omissioni ed evitare di lasciare in eredità solo una visione a metà di ciò che è stata la nostra vita?





1 commento:

  1. Interessante la tua riflessione. Credo che per non lasciare buchi bisognerebbe dedicarsi un po' di tempo per riflettere un po' e scrivere a se stessi. I pensieri, gli accadimenti che ci hanno colpito, i progressi ... ma credo che i nostri figli, nipoti e chi verrà non potrà passare la sua vita a leggere e sfogliare la nostra. Altrimenti "non vivrebbe" la sua... mmm un post interessante... apre molte opinioni secondo me. Parliamone se ti va...

    Un sorriso
    Giulia

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