Circa un mese fa è nata Gloria, la figlia di un'amica. E la nascita ha sempre quel sapore di meraviglia, di mistero e di stupore che sento ancora addosso. Come quando guardo le foto dei miei bambini appena nati.
In un articolo letto sul quotidiano "L'Unione Sarda" si racconta di Tziu Antoni, morto a 105 anni. Non è solo l'età che meraviglia, ma è per il modo con cui ha concluso la sua esistenza, nella montagna di Corr'e Cerbu.
"Narrano le cronache che faceva un gran freddo, nel momento dell'alba: è uscito, ha raccolto un pò di legna per il fuoco, poi rientrato nella casupola dell'ovile, si è steso sul suo letto ed è morto, mentre figlio e nipote mungevano le capre. A Corr'e Cerbu non sentiva gli acciacchi, camminava per chilometri, mungeva le capre, respirava l'aria degli spazi nei quali crescono i lecci e i corbezzoli."
E nelle notti insonni, nella serenità dei respiri dei miei cari i pensieri prendono forma. Quei pensieri che nella frenesia delle giornate rimangono sopiti.
Tre fatti, apparentemente così lontani tra loro, ma così vicini. Perchè ciò che li unisce è la poesia.
La poesia è il comune denominatore.
Ed è la voglia di poesia che si fa forte, prepotente. Quella serie di fatti, eventi, parole, sentimenti, gesti in armonia. Ed è emozionante scoprire che c'è.
Non ovunque, non con chiunque, non comunque.